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L'Artista Franco Fanigliulo


Intervista a Antonio Lombardi

Antonio Lombardi, musicista, cantautore, vincitore del Festival di Recanati nel 1993, ha avuto come suo referente nella musica proprio Franco Fanigliulo ed ha partecipato alla manifestazione canora CIAO, COME STO? del giugno 2004 ai Prati di Vezzano.Questa intervista è stata effettuata (insieme a Guido) nell’abitazione di Antonio ad Ameglia (SP), nel pomeriggio dell’ 11-2-2006.

Questa intervista comincia con la lettura di un pensiero di Antonio su Franco
“In cima al poggio al Molinello sono sbocciate le viole…
Penso ai tuoi walkman che adoperavi per registrare…tagliavi e cucivi quei brani a me incomprensibili che, proprio come queste viole, sbocciavano per incanto a primavera…solo alla fine del tuo lavoro capivo quello che veramente avevi in testa, e quelle canzoni si aprivano con grande semplicità al mio mondo così distratto…
Eri lo specialista nel raccontare favole, un incanto…come un bambino mi fermavo ad ascoltare affascinato quel pifferaio magico che chissà dove mi avrebbe traghettato…
Forse nella tua prima vita eri un ballerino che danzava per mangiare e sudava per godere, chissà…
La terra, le capre, la vigna, gli ulivi, il verderame, i tuoi gatti, i tuoi cani…randagi come te, come la tua chitarra, ma soprattutto come la tua voce…era con quella che conquistavi, era il tuo ariete: dove non arrivavano gli strumenti, arrivavi tu!
Ho capito dopo, sempre dopo…la fatica, la ricerca dei testi mai banali…
Il tempo mette sempre a posto tutto, ma il tempo è anche un’arma a doppio taglio, può far male…proprio così!
Ed un bel giorno da una valigia di cartone che nascondeva alcune tue reliquie che profumavano di muschio ed un po’ di muffa, quel pittore di Tellaro tirò fuori per me un nastro TDK marcio che,  gracchiando un po’, lanciò in quella stanza la tua voce…lei cominciò a volare, finalmente libera, e in mezzo a quelle tele a te così familiari, mentre girava e girava, danzava e danzava, sotto quel tetto dolcemente mi paralizzava le ossa ed il cuore…
Erano ricerche di brani, tue scorribande colorate che potevano finalmente liberarsi nell’aria: dicevano di viole, di rose, di sapori così felici…
Che bellezza, Franco…proprio in quel preciso istante, su quel poggio al Molinello, stavano sbocciando le tue viole…”

Quando hai composto questi pensieri su Fanigliulo?
Queste cose le ho scritte quando sono stato contattato per partecipare al concerto-tributo dei Prati: da quel momento ho tirato fuori dalla memoria tutti i pensieri e le emozioni che Franco mi aveva suscitato allora…è stato come andare in solaio ed aprire il baule dei ricordi!
In una sera, di getto, ho tirato giù queste frasi che ti ho appena letto…in realtà questa è una lettera che gli ho scritto…non so perché l’ho fatto, ma ti posso dire che, rileggendola, mi è piaciuto pensarla, scriverla, e parlarne al concerto…ma la cosa più bella da dire è che mi è piaciuto aver la fortuna di conoscere un grande artista come Franco Fanigliulo!

E’ una fortuna che tutti noi del sito ti invidiamo…a tale proposito, ti facciamo una domanda originale: come hai conosciuto Franco?
L’ho conosciuto alla fine degli anni settanta, sinceramente non ricordo se prima o dopo la sua partecipazione a Sanremo…comunque il periodo era quello!
Io ero un ragazzino e mi stavo timidamente avvicinando al mondo della musica…ero affascinato dal modo che lui aveva di ricercare e di eseguire le cose…

Che ricordo hai dell’artista Fanigliulo?
Franco aveva questo modo triste, e che mi colpiva, di suonare la chitarra “male”…ma la cosa che mi affascinava di più era la potenza che sprigionava nella ricerca dei brani!
Lui aveva un modo singolare, e molto particolare, di comporre: aveva due walkman e siccome la tecnica allora non lo supportava adeguatamente, lui tagliava e cuciva nel vero senso della parola…era all’avanguardia!
Infatti riascoltando i pezzi Franco diceva: “Bello questo…mi serve quel ritornello inciso più in la!” e poi tagliava il brano in questione per incollarlo da un’altra parte!
Quando il pezzo prendeva una forma ben definita andava nello studio di Paolo Gaggero a Bottagna: si recava giù con questi nastri “marci” che avevano un riferimento logico di ciò che voleva proporre…in realtà Franco usava questi supporti più come promemoria, anche perché le idee sui brani le aveva ben incise nella sua mente!
Quello che voglio dire è che guardando Franco nel volto ed ascoltando la sua voce veniva fuori questo bimbo che non riuscivi mai ad afferrare…lui possedeva questa voglia di giocare unita ad un modo intelligente di voler dire delle cose sotto la metafora della favola…Fanigliulo aveva insito dentro di sé anche il senso della tragedia e credo che lui avesse questa linea che lo avvicinasse tanto alla gioia come al dolore in modo assolutamente naturale: era come se sprigionasse una scia che ti guidasse a strani presagi…
Questo mi affascinava di Franco, inoltre mi colpiva moltissimo il suo modo di ricercare cose astratte: io credo che mi abbia insegnato proprio la voglia di sperimentare e, più in generale, di spaziare con la mente…
Per essere sincero, queste sono considerazioni che faccio adesso: in realtà, allora, vedevo di più la solarità delle sue tematiche, infatti ero affascinato da pezzi come “L’artista” e “Buffone”…

E’ facile pensare, per un personaggio con queste caratteristiche, l’abbinamento con l’uso di droghe…da molte testimonianze raccolte al riguardo, invece, niente era più lontano dal “modus vivendi” dell’artista spezzino!
Guarda, non mi dite niente di nuovo perchè anche a me hanno chiesto se il “personaggio Fanigliulo” fosse tale grazie all’uso di sostanze stupefacenti: addirittura qualcuno pensa che sia morto a causa di queste…se non fosse una circostanza drammatica, mi verrebbe da ridere perché Franco non aveva nessun bisogno di alterare la realtà…lui viveva GIA’ in un mondo psichedelico, era fatto così e quello era il suo vero punto di forza!
La sua droga era il contatto con la natura…il sole, la luna, i suoi animali, la casa al Molinello…
Franco era veramente uno squattrinato, ed i poveri sono meravigliosi perché hanno una libertà atomica che una persona “normale” non ha!
Lui non aveva bisogno, come tutti noi, di sudare la vita in cambio di quattro soldi perché era sordo ai richiami del benessere…parafrasando una sua canzone: “il suo mondo era tutto lì, la sua terra era tutta lì ed era felice così”!

Hai guardato assieme a noi lo special di Rai3 CANTA CHE NON TI PASSA: Sandra ha detto che è un video molto “fanigliuliano”, sei d’accordo?
Ma assolutamente si!
E’ stato azzeccato fare vedere il mondo di Franco e le sue abitudini, la sua voglia di stupire unita ad una naturale ritrosia quando l’argomento non gli piaceva o lo metteva in difficoltà…
Vedendo la trasmissione mi ha commosso risentire le sue favole, mi ha intrigato la versione acustica di alcuni pezzi di RATATAM PUM PUM e mi ha colpito il fatto che queste ragazze lo “provocassero” chiedendogli se lui fosse proprio fatto così o se “giocasse” a fare l’artista…in realtà Franco era questo, forse non sapeva bene neanche lui cosa ricercava, ma una cosa è certa: aveva troppa potenza nello sprigionare fuori ciò che doveva fare…infatti cercava sì la grande platea ed il grande pubblico, ma perché aveva questa voglia pazzesca di voler esprimere le sue cose!
Per questo la domanda di quella ragazza mi ha spiazzato…per quanto mi riguarda, io queste cose le noto immediatamente…mi accorgo se ci si muove in una dimensione artistica!
La voce di Fanigliulo era la cosa che dominava su tutto…poi potevano colorarci sopra quello che volevano, ma la magia di Franco era nella voce…ed è per quello che non riesco pienamente ad assaporare il piacere di rivedere Franco quando sento che la voce non è “quella”! (Antonio si riferisce alla non perfetta riproduzione audio della trasmissione ndr).

Tu non hai mai lavorato artisticamente con Fanigliulo?
Mi fate una bella domanda…ricordo che, un pomeriggio, io ed un mio amico, con cui facevamo insieme delle cose alla chitarra, siamo saliti al Molinello ed abbiamo fatto sentire le nostre musiche a Franco che, di contro, ci fece sentire le sue canzoni…
Io cercavo di catturare la sua attenzione, ma ciò non era possibile perché c’era un mondo che ci separava e ciò era naturale, vista la differenza di età…di conseguenza, non abbiamo potuto frequentarci artisticamente come avrei voluto!
Il caso ha voluto che io abbia conosciuto Paolo Gaggero, e cioè la persona che lo ha seguito e con cui ha collaborato maggiormente nei suoi ultimi lavori, solo DOPO la scomparsa di Franco…l’esserci conosciuti con Gaggero è stato come ritrovare la strada maestra ricongiungendosi ad un binario!
Paolo mi ha detto spesso: “Chissà quante cose avreste potuto fare in collaborazione tu e Franco!”
Gaggero diceva che ci accomunava la ricerca del nuovo ed il rifuggire dalla banalità: per dire la verità, questo è stato anche un mio limite…mettere per forza “qualcosa di più” all’interno di una canzone riempiendola di significati, di concetti, di colori a volte può appesantire l’ascolto e renderlo meno “facile”…
Una cosa che noto è che io, come Franco, ho una grande amicizia con pittori e scultori…questi ultimi, secondo me, hanno un’affinità elettiva col mondo delle quattro note…loro riescono con i colori ad entrare dentro la musica in maniera molto semplice…Franco aveva queste stesse percezioni della vita che lo accomunavano ad artisti di altri settori…un modo di vivere e di sentire le cose diversissimo dall’attualità: oggi la musica è più influenzata dai budget che dall’arte!

Tu, nel tuo sito, hai dichiarato che il tuo referente nella musica è stato Fanigliulo…
Beh, dopo quello che ho detto, credo che non farete fatica a credermi! (risata ndr).
Quelli che invece sono rimasti un po’ sorpresi da questa mia affermazione sono stati gli organizzatori del Festival di Recanati…
Nel 1993 eravamo in dodici: ricordo, tra gli altri, Gian Maria Testa ed i Tenores di Bitti…ognuno di loro aveva una referenza nel campo della musica…quando Fabrizio Zampa mi ha chiesto chi fosse il mio io dissi, un po’ provocatoriamente, Franco Fanigliulo: lui sobbalzò dalla sedia e ridendo mi disse testualmente che Franco era stato un “potentissimo mediocre”…con questa sua affermazione mi accorsi che lui non lo conosceva nella sua essenza artistica!
Oggigiorno tutti sono bravi a fare gli artisti ed a dichiararsi tali…in realtà il vero artista si muove su un binario diverso…Franco già solo con la voce ti faceva capire di essere così: lui cantando e raccontando favole ti diceva chi era…per essere più precisi, solo Fanigliulo poteva raccontare certe cose in un determinato modo per il semplice motivo che questo faceva parte del suo repertorio!

Che ne pensi di A ME MI PIACE VIVERE ALLA GRANDE?
La popolarità è arrivata con il pezzo di Sanremo, però la canzone non lo rappresentava pienamente, anche se ha l’indubbio merito di averlo fatto conoscere ad un pubblico più vasto!
Comunque devo dire che Fanigliulo e Borghetti hanno fatto un grande disco, che risulta attuale ancora oggi…il solo fatto di avere un Reverberi alle spalle ha dato al prodotto quel tocco di classe in più!
Devo dire che, con queste premesse,  “Io e me” avrebbe meritato miglior fortuna ed uno spazio musicale più ampio rispetto a quello che gli toccò allora…

Tornando ai nostri giorni, come sei stato contattato per partecipare al concerto-tributo dei Prati?
Mi ha chiamato Sandra al telefono dicendomi: “Mi hanno detto che tu canti Franco Fanigliulo!”
Io sono rimasto piacevolmente spiazzato da questa affermazione, tanto da ribattere: “Il solo sentir nominare Franco Fanigliulo mi fa star bene: partiamo di qua!”.
Ritornando all’affermazione iniziale di Sandra, quello che ha detto non corrisponde al vero, infatti ai Prati ho cantato quello che sono io perché Franco Fanigliulo non lo canta nessuno…lui è inimitabile come tutti i veri artisti!
Devo dire che quando giravo nei vari club per suonare, due o tre pezzi di Franco li facevo alla mia maniera…ricordo le facce stupite degli avventori: tutti si aspettavano pezzi di artisti più famosi…alla fine della serata qualcuno si avvicinava per saperne di più…questo tam-tam è arrivato a Sandra, grazie anche all’intervento decisivo di Gaggero: Paolo mi conosce bene, sia umanamente che artisticamente…
Io credo di aver contribuito a questo evento come potevo…la cosa bella da dire è che siamo finalmente riusciti ad organizzare e svolgere una piccola manifestazione per ricordare un grande artista come Franco Fanigliulo!

Come è stata organizzata questa manifestazione?
Abbiamo provato poco, perché era veramente difficile…i tempi erano ristrettissimi e tutto si è svolto in pochi giorni!
Hanno partecipato gli amici più stretti di Franco e, per quanto mi riguarda, ci siamo visti un paio di volte con Massimo Marcolini per provare e far cantare un paio di brani ad Irene Fornaciari, la figlia di Zucchero…lei era piccola quando Franco andava a trovare suo padre, ma si ricordava di Fanigliulo ed aveva voglia di fare qualcosa...
Lo spettacolo dei Prati è iniziato con la filastrocca di Franco, seguita da questo mio ricordo che ti ho letto all’inizio della nostra chiacchierata: subito dopo ho intonato “Voli” ed in seguito abbiamo cantato e suonato, con gli altri musicisti, brani come “La libertè”, “Mr. Wonderful” ed altri ancora che ora non mi sovvengono…Riccardo Borghetti, invece, ha realizzato l’altra metà dello spettacolo con i pezzi riguardanti la sua collaborazione con Franco: devo dire che anche lui, secondo me, ha fatto una cosa carina perché ha riproposto i brani di Fanigliulo alla sua maniera…alla fine, tutti insieme, abbiamo concluso la manifestazione con le note di “A me mi piace vivere alla grande”!
Diciamo che abbiamo proposto uno specchio: da una parte gli amici che cantavano Franco, dall’altra Borghetti che ha cantato le canzoni che hanno reso celebre il Nostro e di cui lui stesso è l’autore…questa è stata la manifestazione dei Prati di Vezzano!

Perché La Spezia, città d’arte, non fa nulla per ricordare Fanigliulo?
Ti dico la mia: secondo me qualcuno ci ha già pensato a far qualcosa per ricordare Fanii…il fatto è che Franco lo devi saper far bene…nel senso che non puoi permetterti di fare una cosa così tanto per fare…devo dire che tutti noi siamo stati spinti a fare il concerto dei Prati perché VERAMENTE bisognava fare qualcosa…in realtà ci vorrebbe un taglio abbastanza particolare per Franco!
E’ come fare un quadro e se non sei in grado di farlo è meglio non improvvisare…bisogna fare attenzione!

Come tu già sai, il sito nasce con l’intenzione di promuovere l’Artista Franco Fanigliulo in tutti i modi: ci è sembrata la cosa migliore cercare di sondare il terreno per vedere se ci fossero le possibilità di un programma tv dedicato a lui.
Arnaldo Bagnasco ci ha dato la spinta decisiva dicendo: “Volete una trasmissione su Fanigliulo…ebbene fatevela da soli!”.

Che ne pensi?
Arnaldo Bagnasco è un grande esperto di queste cose e, secondo me, ha capito tutto!
Il motivo per cui la trasmissione su Franco devono prepararla gli “aficionados” è molto semplice: se su Fanigliulo ci mettono le mani persone che non lo conoscevano a fondo, non si va proprio da nessuna parte!
Torno a ripeterti l’aneddoto su Fabrizio Zampa che era sì affascinato da Fanigliulo, ma lo chiamava “grandissimo mediocre”…se la trasmissione la facesse lui, sicuramente la colorerebbe in un certo modo, ma non nella maniera giusta!
Io credo che ci siano tutti i presupposti per realizzare un video a certi livelli…questo sarebbe il regalo più bello che potremmo fare per ricordare Franco nel modo migliore!
Per quanto mi riguarda, do già fin d’ora la mia piena disponibilità per questo progetto, compatibilmente con i miei impegni personali…potrebbe essere una idea originale in questo senso: uno come me che si reputa cantante e scrive delle cose, si avvicina ad un altro cantante che scriveva cose diverse…mi piacerebbe molto poter dare una regia ad un’iniziativa del genere!
Mi auguro di avere le potenzialità adatte per poter dare il mio contributo ad una realizzazione così importante: penso che bisognerebbe lavorarci almeno un anno…i filmati di repertorio ci sono, ma devono essere perfetti a livello audio perchè la cosa più importante è la voce di Fanigliulo: quella era il suo punto di forza!

Altri artisti si sono resi disponibili a dare una mano: citiamo fra tutti Alessio Lega, Luca Maciacchini e la Piccola Compagnia Instabile (vedi la sezione LINKS ndr).
Questo che mi dite è una cosa molto interessante che potrebbe portare sviluppi inaspettati: chissà che non si possa tirare fuori qualcosa d’importante…chi vivrà vedrà!

Un’altra idea che abbiamo è quella di organizzare, preferibilmente a La Spezia, una manifestazione a cadenza annuale…
Mi trovate completamente d’accordo e non potrebbe essere altrimenti!
La Spezia, come sapete, è un ambiente molto difficile per organizzare degli eventi musicali…ricordo che una volta andai a suonare al Teatro Civico ed il direttore artistico Antonello Pischedda mi disse: “Hai fatto Bingo con tutta questa gente: se hai successo in questo contesto puoi andare dove ti pare!”.

E’ allucinante questa cosa…nella provincia ligure è molto difficile ricevere consensi!
Con questi presupposti non sarà facile “smuovere le acque”, ma se saremo caparbi e non molleremo la presa, sono sicuro che riusciremo a combinare qualcosa di buono…
A mio avviso si dovrebbe organizzare un qualcosa al di fuori del comune ed al di fuori anche delle regole…uno spettacolo senza paura, anche perché si rischia poco: la musica non funziona più, la discografia segna il passo…molte cose sono cambiate e quindi si può tentare un qualcosa di diverso!
Tenete presente che nei giovani di oggi, io li frequento spesso per ragioni musicali, c’è una volontà di ricerca e di nuove forme di espressione artistica…quindi lo scoprire ed il riscoprire Franco Fanigliulo potrebbe essere una carta vincente nella stagnazione musicale attuale…
Per concludere…le idee ci sono, la volontà e l’entusiasmo pure e quindi non ci resta altro da fare che lavorare attorno a questa bella idea che sta prendendo forma ogni giorno di più…questa è la mia speranza ed il mio augurio per il futuro!
Per finire, fatemi dire un’ultima cosa…

Tutto quello che vuoi…
Io avrei voluto parlare di più di Franco, ma mi rendo conto che avete già preso contatti con persone che lo hanno frequentato di più sia umanamente che artisticamente…
Per quanto mi riguarda di Franco voglio solo ricordare, in ultimo, gli incontri che facevamo…erano di una semplicità pazzesca, perché parlavamo di cose riguardanti la vita di tutti i giorni…spesso queste chiacchierate finivano suonando i pezzi che Franco stava provando in quel periodo…era affascinante il suo modo di comporre che mescolava gioie ed amarezze quotidiane, dentro a questa “bella povertà” che contemplava i prati, gli orti, i fiori, gli animali e, in generale, il suo piccolo ecosistema del Molinello: questo era Franco Fanigliulo e questo è il mio affettuoso ricordo…

 

 
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