Intervista a Sandro Galli
Sandro
Galli (www.sandrogalli.com) nasce
nel 1941 a La Spezia: a 7 anni emigra in Argentina e rientra in Italia
per frequentare il Liceo Artistico a Carrara dove si diploma all’Accademia
delle Belle Arti. In
seguito lavora a Milano come pittore, grafico pubblicitario ed illustratore
per l’editoria. Forma
il gruppo LABORINTO con vari pittori e lo scrittore Maurizio Maggiani, inoltre
fonda un quartetto vocale ed è fra gli ideatori ed organizzatore della
rassegna internazionale di jazz che si svolge in varie località della
provincia spezzina. E’
autore di una ceramica commemorativa dedicata ad Eugenio Montale: con
quest’ultimo ha suonato e cantato per una settimana. In
questi giorni sta per inaugurare una personale di pittura dal titolo SAUDADE.Sandro
Galli è stato un grande amico di Fanigliulo: questa intervista è stata
effettuata in casa sua, nei dintorni di La Spezia, tra il 3 ed il 4 gennaio
2006.
Dove
hai conosciuto Franco?
Io
l’ho conosciuto nel 1975, quando tornai dalla frequentazione che ebbi
per 3 anni con Eugenio Montale a Monterosso…non ricordo bene se l’ho incontrato
una prima volta ai giardini pubblici di La Spezia oppure se Riccardo Borghetti
l’abbia portato a casa mia: io allora abitavo in un’altra zona della città
e più precisamente ai Colli…
Franco
e Riccardo bussarono alla mia porta per chiedermi se potevano usufruire
del registratore a 4 piste che possedevo (vedi INTERVISTA
A TONY PARISI e RICCARDO BORGHETTI):
io, dopo pochi giorni, ho fissato un appuntamento…loro sono venuti ed
hanno registrato sul REVOX a nastro.
Quest’ultimo,
ai suoi tempi, era considerato un po’ una rarità professionale: ce l’avevano
in pochissimi qui a La Spezia, tra cui il pittore Pietro Bellani!
E’
particolare il fatto che i pittori spezzini abbiano materiale professionale
per fare musica…
La
Spezia è stata considerata città d’arte solo pochi anni fa…in realtà c’è
sempre stato un profondo fermento culturale che coinvolgeva varie tipologie
di arte e di artisti…io, per esempio, sono sempre stato un pittore con
una grande passione per la musica!
Devi
sapere che io e Andrea Michi siamo stati fra i fondatori del LA SPEZIA
JAZZ FESTIVAL insieme ad un amico non pittore e cioè Tiberio Nicola: abbiamo
fatto venire a suonare nella nostra città i più grandi personaggi del
panorama jazzistico internazionale!
Ricordo
che Charles Mingus è venuto a casa mia ed ha bevuto il caffè seduto lì
fuori…dopo ha preso in braccio mia figlia che aveva all’epoca due anni:
lei ha avuto la brillante idea di fargli la pipì addosso!
Miles
Davis mi ha scritto una lettera personale che conservo ancora…ho portato
Albert Nicholas, che era il clarinettista di Louis Armstrong, e Gil Cuppini…entrambi
hanno suonato anche con Tony Parisi!
Ricordo
che non ero presente quando Albert arrivò a SP, lui mi cercò e chiese
di me…disse testualmente che dovevo essere presente in quei giorni perché
altrimenti si rifiutava di suonare…era un grande personaggio ed eravamo
diventati amici perché me la cavo con l’inglese ed abbiamo parlato molto!
Ed
è grazie a questa tua passione
per la musica, che sei entrato in contatto con Franco…
Esatto!
Infatti,
come ti dicevo, Fanigliulo e Borghetti registrarono dei pezzi da me ai
Colli ed io mi incuriosii alla cosa…ai loro suoni, alle loro tematiche,
ai loro commenti…insomma, al loro modo di comporre!
Franco
era molto generoso nell’interloquire musicalmente, lui non si nascondeva…gli
piaceva cantare, essere presente e soprattutto inventare cose nuove!
Ricordo
che spesso nascevano delle bonarie discussioni tra me e lui perché io
intervenivo sulle sue prove e davo il mio parere…
In
quei giorni stabilii un rapporto di reciproca simpatia con Franco e cominciammo
a frequentarci come in tutte le amicizie che si rispettino…lui era entusiasta
del mio modo di vivere perché era anche il suo e si integrava con il giro
di amici che frequentavo allora…in qualche modo mi sentivo in colpa con
Borghetti perché con Riccardo avevo un’amicizia di vecchia data e sembrava
quasi di mancargli di rispetto!
Com’erano
i rapporti tra Fanigliulo e Borghetti?
Riccardo
e Franco erano praticamente agli antipodi: il primo era più pratico e
ligio al ruolo di musicista, mentre il secondo era più fuori dagli schemi,
un individualista…infatti era difficile contestualizzare Fanigliulo in
un concetto musicale allargato!
Ad
ogni modo Fanigliulo e Borghetti si compensavano e si può dire che sia
stato un connubio che ha funzionato…ancora oggi Riccardo mi ringrazia
per avergli fatto sentire le canzoni di Leo Ferrè: tramite questi pezzi
lui ha trovato l’indicazione su come usare la canzone come strumento di
poesia…tanto è vero che li associai musicalmente a quei interpreti che
ascoltavo spesso in quegli anni!
Erano
contenuti importanti e storie vere come la Giovanna che io ho conosciuto
personalmente!
Sono
canzoni molto sentite, ricche di contenuti, belle e che hanno il potere
di commuovermi a distanza di anni…
Abitavi
gia qui o eri ancora ai Colli?
Guarda…proprio
in quel periodo mi trasferii dove abito attualmente: Franco mi veniva
spesso a trovare e a volte si fermava a dormire in quella panca che si
trova dietro di te…
Lui
dormiva qui per 2 motivi: il primo è che amava fare tardi quando la compagnia
era di suo gradimento, il secondo era che non gli piaceva dormire da solo:
era una cosa che assolutamente non gradiva!
A volte
succedeva che lui venisse qui non perché ci fosse caldo, ma perché qui
c’era qualcuno che ci abitava…io gli dicevo: “Guarda che c’è il letto
anche al piano di sopra!” e lui mi rispondeva: “Ma no, dormo su quella
panca lì!”…a quel punto gli davo dei cuscini e dormiva lì piuttosto che
sul divano…
Di
quei momenti ricordo bene che non solo si parlava e si faceva musica,
ma più in generale, dissertavamo su concetti legati alla vita ed alla
quotidianità…
Questo
è un aspetto ancora poco scandagliato: che visione aveva Franco del mondo
che lo circondava?
Lui
era una persona che assorbiva di più la positività rispetto alla negatività
del mondo…il bicchiere era sempre mezzo pieno, piuttosto che mezzo vuoto:
era molto entusiasta delle cose che faceva, ma aveva un certo timore nel
parlare del futuro e questo non perché avesse delle premonizioni su di
sé, ma in quanto percepiva il “domani” come una cosa nebulosa e lontana…infatti
con me parlava sempre di progetti a scadenza medio-breve!
Lui
ha sempre avuto un certo smarrimento rispetto al mondo, si sentiva un
po’ a disagio e questo timore gli è sempre rimasto dentro: era una forma
istintivo-caratteriale che lo ha sempre contraddistinto e che faceva ormai
parte della sua personalità.
Per
farla breve, era entusiasta della vita ma, nel contempo, aveva questo
fondo di amarezza che lo perseguitava…a volte ne parlavamo, ma lui cambiava
subito argomento oppure lo ridicolizzava proprio per non parlarne…lo stesso
succedeva quando gli chiedevo perché non volesse dormire da solo…
Quindi
non vi vedevate solo per motivi musicali…
Noi
ci vedevamo spesso soprattutto per motivi non legati alla
musica: lui sapeva che mi ero costruito una casa praticamente da solo
e mi chiedeva sia consigli che aiuto manuale perché cercava la forma più
economica per realizzare delle cose…ad esempio, venne spesso per il problema
del contro-soffitto: ricordo che, consigliato da me, voleva mettere dei
travetti di legno foderati di perlinato al posto dell’intonaco…questa
storia è durata per mesi e non so neppure se sia riuscito ad ultimarla!
La
casa del Molinello lo coinvolgeva molto: questo era molto bello perchè
la presentava come una sua creatura anche se non era finita e non aveva
trovato un sistema efficace per riscaldarla…
Franco
viveva la casa come se fosse una famiglia, anche se una famiglia vera
e propria non c’era…è vero che lui stava con Sandra, ma non avevano figli
e poi entrambi stavano spesso fuori zona per motivi di lavoro…
Sicuramente
Franco nella sua vita ha sempre ricercato dei punti saldi di riferimento
che, in alcune fasi della sua esistenza, gli sono venuti a mancare…ricordo
bene che non amava molto parlare del suo passato e gradiva poco parlare
pure del futuro: lui viveva, o cercava di vivere, bene il presente!
Inoltre
c’è un aspetto del suo carattere molto particolare che credo sia importante
per meglio comprendere l’artista Fanigliulo…
…dimmi!
In
lui c’era un fondo di entusiasmo quando faceva delle cose, inteso a cercare
di “graffiare” il mondo, unito alla triste consapevolezza che il mondo
stesso tradiva questa sua aspettativa non comprendendo pienamente quello
che lui proponeva oppure apprezzando in modo parziale, scorretto o poco
attento il suo lavoro…sotto questo aspetto Franco era una bella figura
e lo apprezzavo molto!
Franco
era un tipo divertente ed aveva un temperamento piacevole…entrambi avevamo
in comune l’irrequietezza tipica di chi deve assolutamente fermare l’ispirazione
per creare qualcosa di nuovo!
Fanigliulo
aveva una naturale predisposizione ad esibire subito le proprie idee…ad
esempio tra l’idea e l’esecuzione di un pezzo a volte passava meno di
mezzora!
Io
collaboravo con lui nel cercare di fornirgli una metrica ed ad usare parole
adeguate…lui amava molto il “non-sense” e lo stravolgimento dei luoghi
comuni…
Prendi
ad esempio “Mi sono scordato di me”: in questa frase era racchiusa tutta
una serie di immagini e di sensazioni riconducibili sia a ciò che voleva
esprimere sia alla propria artisticità legata al “personaggio Fanigliulo”…lui
voleva meravigliare l’ascoltatore con un qualcosa che non era facilmente
gestibile e catalogabile!
Franco
trovava nella musica e sul palco il suo massimo strumento d’espressione:
lui non cantava soltanto, era un “cantattore” se mi passi il termine:
uno che agisce sulla realtà e non uno che copia, guarda o ripete…lui era
lo strumento principale della sua musica!
Franco
è stato un costruttore di novità ed una delle poche “teste pensanti” di
quel momento storico: tale modello è stato poi tradito nell’ascolto da
una continuazione di mode verso le quali sollevo qualche sospetto in quanto
le ritengo fasulle…
Con
Franco ho vissuto molta vita con frequentazioni di vario genere…non ultima
quella televisiva!
A
questo proposito, devo dirti che siamo riusciti ad entrare in possesso
di una trasmissione effettuata su Rai3 nel 1980 dal titolo “Canta che
non ti passa”…
Ah,
questa cosa mi fa molto piacere!
Sappi
che ho cercato a più riprese questo filmato ed ultimamente l’agenzia pubblicitaria
che si occupa di allestire i miei lavori mi aveva promesso di darmi una
mano…sono contento che voi siate riusciti in questa bella iniziativa!
Se
non vado errato, io ho partecipato a 3 set televisivi di questa trasmissione:
-uno
è stato girato nella sede di Genova dove io rispondo al posto suo e delle
ragazzine gli fanno delle domande…ricordo che abbiamo pranzato nella mensa
di Rai3 Liguria insieme al pianista (Maurizio Boriolo ndr);
- un
altro è stato girato sia al teatro Civico, dove ricordo di essere apparso
con il mio gatto in testa, che al Molinello, in cui tiravo sassi (non
inquadrato) al regista Quartucci mentre Franco veniva intervistato nei
suoi campi;
- il
terzo filmato fu girato all’interno della nave CANOPO…ricordo che restammo
lì fuori per più di un’ora in attesa del benestare della Marina Militare!
Devo
dire, però, che le cose che ricordo più volentieri di Franco sono le serate
che passava a casa mia perché non nascevano né all’ombra di un copione,
né allo scopo di poter far colpo su chicchessia!
Cosa mi
puoi raccontare riguardo questi momenti passati a casa tua?
Vedi,
a lui piaceva questa mia casa perché ci si trovava a suo agio, era incuriosito
dal mio lavoro e dal mio modo di vivere, ma in realtà la cosa che gli
piaceva di più e da cui era attratto irresistibilmente era la terra…lui
amava parlare dei prodotti dell’orto, dei suoi campi e dei suoi animali
e spesso mi dava dei consigli al riguardo…Franco era un vero amante dell’ambiente
e non certo perché ciò all’epoca fosse di moda, anzi posso dire senza
tema di smentita che Fanigliulo è stato un vero ecologista ante litteram:
infatti ricordo che si arrabbiava molto se si facevano cose poco rispettose
della natura…ricordo bene le cosiddette “discussioni degli ortolani” su
come impostare la raccolta dei frutti della campagna, la disposizione
per avere una maggior resa del prodotto e cosi via…erano vere e proprie
gare per cercare di ottenere di più dalla terra, sempre col massimo rispetto
della natura, ovviamente!
Franco
era felice di venire qui da me e, per prima cosa, andava subito a sincerarsi
di come andassero le cose nell’orto: spesso andava ad odorare il rosmarino
ed il timo…era felice del contatto con la natura!
Già
all’epoca si favoleggiava di fondare insieme un’azienda agricola, ma mancavano
i fondi necessari…lui poi era dissanguato dalla costruzione della casa
al Molinello, malgrado l’aiuto consistente di Sandra sia dal punto di
vista materiale che pratico…due fattori che a Franco hanno sempre fatto
difetto!
Diciamo
che Sandra curava di più gli interni, mentre Franco si occupava della
terra e degli animali…lui al Molinello aveva la fortuna di avere 2 vasche
d’acqua molto grandi ed io gli avevo consigliato di farci una piscina,
ma poi non se ne fece più nulla…
A proposito
di animali, ricordo che Franco veniva spesso qui con un cane e mi propose
di prenderne uno anch’io…ma io preferivo i gatti in quanto più indipendenti…anche
x quanto riguarda gli animali, posso dire che il suo era un affetto sincero
verso i nostri amici a 4 zampe…e non solo!
Mi
sembra di capire che Franco, a volte, considerasse più “casa” la tua rispetto
a quella del Molinello!
Sotto
certi aspetti è così…lui veniva qui e stava a casa mia fino a tardi perché
notava in me una certa similitudine di comportamento rispetto a queste
tematiche per cui si sentiva a suo agio…e poi era piacevole perché spesso
quando si era in compagnia lui si esibiva, tanto è vero che posso dirti
che alcune sue canzoni nacquero da qui!
Cosa
mi sai dire riguardo alla genesi delle canzoni di Fanigliulo?
Ricordo
che Franco, diversamente da sua madre (concertista ed insegnante), non
è mai stato un gran musicista, più che altro si divertiva a strimpellare
chitarra e piano: gli accordi non esistevano, ma s’intuivano…
Franco
aveva questa abilità: lui cantando tra smorfie e voci trasportate riusciva
a far incastrare una sonorità dove la musica non lo supportava o lo supportava
male…era un buon giocoliere!
Certo
che se fosse stato “aiutato” da qualche addetto ai lavori che avesse tradotto
in “prodotto finito” il suo “semilavorato” le cose sarebbero andate probabilmente
in maniera diversa…
Possiedi
dei reperti musicali di quel periodo?
Certo!
Anzi,
ora che mi ci fai pensare, sono sicuro di possedere un’intera bobina con
tutte le canzoni di Franco (Sandro si mette a cercare fra le sue cose
e, dopo qualche minuto, trova il nastro in questione).
Come
vedi, in questo nastro c’è tutto ciò che musicalmente riguarda Fanigliulo…sono
sicuro che ci sono dei provini di pezzi che non videro mai la luce a livello
discografico!
Ora
che mi ci fai pensare, dovrebbero esserci dei provini grezzi con la chitarra…nel
senso che gli registravo un accompagnamento e lui suonava la chitarra
e ci cantava sopra, col REVOX ciò era possibile…queste prove, molto povere,
rimanevano nell’ambito del gioco…lui, però, era molto creativo ed ansioso
di fermare l’ispirazione, per cui queste prove fungevano da substrato
per realizzazioni future più complesse!
Devi
sapere che io avevo le basi di tutti i suoi lavori: in alcune c’è solo
la musica, in altre anche la voce…questo era uno dei suoi posti preferiti
per le sue sperimentazioni!
Comunque
basta mettere su il REVOX e sentire le sue cose…purtroppo ciò al momento
non è possibile, perché devo allestire tutti i collegamenti…
Tu ricordi
dei brani che sono nati o sviluppati mentre Franco era da te?
Ricordo
la storia della “ninna nanna” che credo sia uscita con il titolo “Dormi
bimbo dormi”…lui la cantava all’antica come fanno le donne anziane con
i loro nipotini, ma dentro ci metteva dei contenuti forti che riguardavano
la vita…il futuro che avrebbe avuto un figlio oggi…in quel Q-Disc (Benvenuti
nella musica ndr) venivano fuori quelle che erano le mortificazioni
che aveva dal mondo della musica! (Sandro
si riferisce a BASTA CON QUESTO SHOW” ndr)
E’ possibile
“scaricare” questo materiale su supporti moderni?
Se
mi stai chiedendo se sia possibile immettere il tutto su un CD, la risposta
è si!
Dammi
qualche giorno di tempo e poi ci risentiamo a lavoro terminato per dare
una copia a voi del sito!
Sarebbe
davvero un bellissimo regalo che ci fai!
E’
una cosa che faccio volentieri perché vedo una sana e disinteressata passione
per un amico artista che purtroppo ha concluso troppo in fretta la sua
esperienza terrena…
Cosa ricordi
di quei giorni?
Ricordo
bene che fu un amico in comune che cantava nel mio gruppo vocale e che
faceva il medico anestesista all’Ospedale Centrale di SP a darmi la brutta
notizia…io ero a Genova per problemi burocratici e lessi, casualmente,
su una locandina che Franco era grave!
Chiamai
Di Alesio, l’amico di cui sopra, e lui mi riferì che, secondo lui, il
coma era irreversibile e c’erano ben poche speranze…avvisai Tony Parisi,
Riccardo Borghetti e molti altri…purtroppo la sera stessa Franco ci lasciò…
Il
dispiacere della morte di Franco mi entrò dentro molto dopo la sua scomparsa,
quando ho capito che la sua voglia di gridare al mondo le sue cose poteva
non essere capita oppure subire un furtivo sgambetto dall’ignoranza…
Devo
dire che sotto questo aspetto SP era un bell’esempio: una città senza
storia, formata da gente proveniente da tutte le parti d’Italia e che
non riesce a difendere un campanile…questo è quello che ha tradito Franco
e con lui tutti gli artisti spezzini!
Io
non mi lamento sia chiaro: a me basta dipingere e vivere delle mie cose…sono
dispiaciuto per altri artisti che non riescono a tirare avanti, non hai
l’idea di quante persone di qualità ci siano in zona…purtroppo vengono
“sgambettate” da difficoltà ridicole e la cosa più brutta è vedere persone
che ottengono il plauso senza avere alcun valore!
Quello
che dico a te l’ho sempre detto nella mia storia pubblica: nei miei libri,
nei miei manifesti, nei miei quadri…qualcuno che mi conosce bene direbbe:
“E’ la solita musica di Galli!”
Sei
un artista ed uno spezzino, quindi ti chiedo: come mai la nostra città,
autoconsideratasi “città d’arte”, ha così colpevolmente dimenticato un artista
come Franco?
La
Spezia, come ti dicevo prima, ha pagato la sua “poltronite culturale”…la
mia non è una sterile polemica, ma solo la mera considerazione dei fatti!
Il
provincialismo non è solo il fatto di non essere una città importante,
ma l’idea di avere quanto ci basta per sopravvivere…non mettere in discussione
che ti manca qualcosa è la prima forma d’ipocrisia, di stoltezza e di
sciatteria culturale…di contro cercar sempre qualcosa è sintomo di vivacità
intellettuale!
La
gente a SP non è curiosa, non deve scoprire l’America, non deve trovare
niente…le basta poco ed infatti lo ha!
E’
sempre facile parlar male delle persone, ma lo è ancor di più far finta
di nulla…di contro devo dire però che tale “vuotezza” ha selezionato anche
personaggi vincenti!
Per
quanto mi riguarda, io ho conosciuto personaggi importanti grazie alla
mia curiosità: uno fra questi fu Fabrizio De Andrè per cui ho eseguito
un ritratto ed ho disegnato anche una copertina di un suo disco.
Allargando
di più il discorso, le città piccole, e non solo quelle, soffrono di una
“claudicatio” dovuta ai nostri media: la gente passa le serate davanti
alla televisione, non esiste più quella sana voglia di evasione, di piazza,
di confronto sociale, umano ed artistico che c’era fino a poco
tempo fa…lo straordinario di oggi era il normale di una volta!
Tornando
alla tua domanda principale, devo dire che Franco non è stato dimenticato
dal mondo artistico!
A
tale proposito ricordo che uno scrittore che presentò a Sarzana un libro
su Rino Gaetano, mi contattò perché voleva saperne di più su Fanigliulo
in quanto secondo lui c’erano delle similitudini…io gli diedi il mio numero,
ma poi non fui più contattato…
Una
cosa curiosa da dire, e che non so se voi del sito sapete, è che io ho
partecipato a delle tournèe con Franco…
Ah
si? Puoi dirci qualcosa al riguardo?
Come
ti dicevo prima, io avevo registrato tutte le basi ed andavamo insieme
a fare dei piccoli concerti…il primo ricordo che fu allo stadio di Massa:
lì fece, se la memoria non m’inganna, tre pezzi, sono sicuro che c’era
con noi anche Sandra…
Spesso
andavamo via in treno, in Toscana, in Lazio, negli Abruzzi: ricordo una
serata a Tagliacozzo di Sopra presso L’Aquila…
Io
ho parlato con la Caselli perché dovevo regolarizzare la mia posizione
contrattuale con la casa discografica e, non avendo partita IVA, mi pagavano
a prestazione con ritenuta d’acconto: ricordo che io e Franco eravamo
spesati di tutto da parte della CGD-Ascolto…
Facevamo
le prove al pomeriggio e mi arrabbiavo spesso quando Franco cambiava le
scalette, perché mandava in malora tutto il mio lavoro da “tecnico del
suono”!
Ricordo
che dovevo staccare a tempo…ad esempio dovevo “partire” quando sentivo
scandire le ultime parole della sua filastrocca per bambini che compare
anche nello special di Rai3!
Spesso
la nostra amicizia ed il nostro capirsi al volo sbrogliavano alcuni imprevisti
che inevitabilmente nascevano come in tutte le dirette che si rispettino…devo
dire che sui tempi era preciso e non sbagliava niente…era molto bravo
in questo!
Dal
punto di vista economico ricordo che, all’epoca, percepiva dalla casa
discografica 18.000.000 all’anno più 150.000 a concerto.
Ai
concerti succedeva che io guadagnassi 300.000 contro i 150.000 di Franco:
questo perché lui era sotto contratto, mentre io ero pagato a prestazione…inoltre
dovevo partire con tutto il mio materiale (revox, valigia, portastudio).
Io
andavo giù con le basi e le scalette, si provava al mattino e ricordo
che Franco, anche lì, non gradiva dormire da solo e mi pregava (se non
fossi stato in compagnia di qualche ragazza) di poter dormire nella stessa
camera…in questo Franco era simile ad un bimbo, ed era uno dei suoi lati
più teneri…
In
effetti è particolare notare che se Fanigliulo da un lato avesse bisogno
dell’isolamento dalla città e dal progresso, dall’altro cercasse un contatto
umano che non lo rendesse così solo…
Questa
che tu hai detto è una delle tanti chiavi di lettura dell’animo di Franco…lui
cercava il contatto con la natura in quanto coinvolto dalla non-natura
che c’è in giro: in primis, la città con tutte le sue problematiche e,
a livello più generale, la società organizzata in questo modo…
Franco
le ha anche cantate queste cose ed io penso che avesse tutte le carte
in regola per fare una carriera migliore e più veloce…io mi sono trovato
spesso a disquisire con gli “addetti ai lavori” ed anche loro convenivano
con me su questa cosa…
La
responsabilità è proprio delle leggi di mercato, in questo caso della
discografia: lui era più portato per un contesto teatrale rispetto a quello
portato dagli stadi…
Franco
parlava con te delle sue scelte artistiche? Ti chiedeva dei pareri?
Ne
abbiamo parlato spesso ed in vari modi, mi teneva al corrente dei suoi
progetti e mi parlava della Caselli, di Zucchero, di Vasco…
Una
cosa bella di Franco è che non gliene importava nulla di fare il ruffiano
con chicchessia…per lui era più importante il discorso appena intavolato
su un argomento interessante, piuttosto che il contatto con il pezzo grosso
dell’industria discografica!
Ricordo
che gli dicevo di essere più strategico e diplomatico, ma lui mi rispondeva
candido: “Io come lavoro faccio il cantante, non posso mica stare a fare
queste operazioni di calcolo!”.
Quello
che è mancato ai suoi vari managers, specie alla Caselli ed al suo staff,
è stata la percezione di avere tra le mani un prodotto vincente che doveva
però essere guidato da mani esperte per poter rendere al meglio sia dal
punto di vista artistico che più prettamente commerciale…
Secondo
te, una iniziativa musicale che ricordi Franco può avere successo?
Può
avere successo se si riesce ad identificare il personaggio ed a trovare
lo strumento idoneo per restituire la sua immagine…non perché quest’ultima
sia importante, ma sarebbe fondamentale dare l’idea del suo modello storico
che va riproposto e sostenuto…
Il suo modo
di atteggiarsi, il suo modo di ridere, il suo modo di mettere in dubbio
le cose e lì fare una risata e continuare a farne delle altre…questo è
l’atteggiamento che manca oggi in un periodo di omologazione totale!
Manca
questa dinamica e questa grinta…la gente è seduta, convinta e tronfia
di quello che ha fatto…
Franco
era disperato, lo si capiva anche dal modo di parlare che era veloce ed
ansimante: Fanigliulo aveva l’ansia addosso, l’ansia di chi vuole dire
ed ha la paura di non essere ascoltato o, peggio ancora, compreso!
La
voglia che ho è che possano riprodursi le condizioni affinché giovani
talenti proseguano in qualche modo la strada artistica che Franco ha percorso
in così breve tempo…in pratica che ritorni il tempo di una stagione in
cui i personaggi artistici abbiano lo stesso desiderio di partecipare
al mondo…sono sicuro che, se così fosse, la mia mente immediatamente mi
riporterebbe i profumi ed i sapori di quel periodo magico e felice in
cui Riccardo e Franco componevano a casa mia!
Io
ricordo perfettamente la gioia che Franco provava quando fermava l’ispirazione
su nastro: era felice come un bambino!
Ricorda
bene una cosa: chiunque sia creativo pagherà dei biglietti come sofferenza
e disagio, ma fra questi non ci sarà mai la tariffa dell’infelicità…
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