Intervista a Riccardo Borghetti
Il giorno
26-10 in tarda mattinata mi sono incontrato con Tony Parisi per fargli
leggere la brutta copia dell'intervista che appare sul sito: nel corso
di questa occasione lo stesso Tony mi ha chiesto di chiamare Borghetti
per avere la possibilità di salutarlo un attimo. Borghetti ,che si trovava
lì vicino, si è precipitato immediatamente e si è reso disponibile a fare
una chiacchierata per il nostro sito. Al riguardo bisogna precisare che
Riccardo ha preferito inizialmente parlare a ruota libera senza rispondere
a nessuna domanda. In seguito mi ha chiesto di chiedergli delle cose che
volevo sapere e/o che aveva omesso: il risultato appare qui sotto in tutta
la sua interezza…
Io suonavo
in un gruppo rock… La natura della mia abilità (o del mio talento) nasce
dall'influenza di Beatles, Rolling Stones, Animals ecc…, insomma dai gruppi
rock di quel momento! Però ascoltavo anche i pezzi di Fabrizio De Andrè,
George Brassens, Leo Ferrè, Leonard Cohen, Jacques Brèl: tutti autori
a cui, tutt'oggi, mi sento legato… Ciò mi ha "iniziato" a considerare
anche altri tipi di tematiche, oltre a quelle più squisitamente rock,
per quanto riguardava i testi. Ciò mi ha "rovinato" dal punto di vista
commerciale: infatti potevo (secondo me) essere più spendibile sul mercato
discografico, ma il fatto di avere come punto di riferimento questi mostri
sacri della musica mi impediva di scrivere pezzi di facile ascolto e successo
immediato, come avveniva ad altri miei colleghi… Nonostante ciò, ho scritto
e prodotto circa 300 canzoni cantate dai più grandi interpreti della musica
italiana: ricordo fra gli altri Mina, Iva Zanicchi, Pierangelo Bertoli,
Marcella Bella ed altri….tra cui naturalmente Franco Fanigliulo!
Vuoi sapere come è iniziata la nostra collaborazione artistica? Un giorno
arriva Franco, il quale veniva ad ascoltarmi nelle Feste dell'Unità… In
quel tempo, mi ricordo, io non accarezzavo l'idea di entrare nel mondo
della discografia…pensavo di essere un poeta, un uomo contro e volevo
essere, come dire, il Woodie Guthrie di quel periodo! Franco aveva già
fatto il primo disco…un buon disco, però molto "naif": si vedeva che aveva
della stoffa, ma l'LP non era sufficientemente maturo per giustificare
la mancanza di successo… Fra l'altro io quelle canzoni le conoscevo bene
perché erano state scritte in età giovanile e costituivano tutto il suo
bagaglio artistico! Come ti dicevo, Fanigliulo è venuto da me e mi ha
chiesto una collaborazione… Franco era "naif" in tutto, anche nella maniera
di suonare…per cui non riusciva ad armonizzare le canzoni che scriveva
ed aveva bisogno di essere guidato nella maniera giusta…
Noi ci si vedeva al Molinello, sotto casa sua, nella casa della Giovanna…è
lei che ha ispirato una delle più belle canzoni di "Io e me". La Giovanna
era una donna milanese che aveva abbandonato la città per reinventarsi
contadina 365 giorni l'anno: vi è da dire che poteva permetterselo, economicamente
parlando, in quanto non è che vivesse dei frutti del campo! Infatti Franco
rideva quando la vedeva sotterrare in un buco fatto per terra un intero
contenuto di un pacchetto di sementi ad esempio di pomodori…questo per
farti capire quanto fosse esperta nel settore! Ciò detto, devo dire che
entrambi le volevamo bene: personalmente la ricordo ancora con molto affetto
e, a proposito di questa canzone, mi ricordo un aneddoto…
Dimmi…
Se ci fai caso, in una parte del pezzo, i violini partono in anticipo:
questo perché noi facevamo i provini in casa di Deris Rosi, in quel momento
è passata una corriera che andava a Lerici ed ha suonato il clacson…naturalmente
tale suono è rimasto registrato…l'arrangiatore Gian Piero Reverberi ha
trovato questa cosa interessante e, al posto del clacson, ha inserito
gli archi!
Mi parlavi
di questa Giovanna…
Si, certo… Come ti dicevo lei era disponibile ad accogliere le nostre
"performance" artistiche di quel periodo: la sua casa si trovava prima
di quella di Franco e, naturalmente, era disposta in una zona più favorevole
dal punto di vista logistico… Come ti dicevo, noi si andava lì a fare
musica…se ti ricordi il 22 l'ho pure indicato quel posto, nel corso dell'inaugurazione
di quel bel monumento giocoso che ricorda Franco… Nella casa della Giovanna,
quindi, nasce "Io e me"…
E' stato un binomio, quello fra me e Franco, che ha funzionato… Ricordo
però che ci portavamo dietro quell'atteggiamento tipico del provinciale
e ciò era inevitabile viste le nostre origini: ricordo che noi ci si meravigliava
che si potessero fare delle sovraincisioni…eravamo lontanissimi da quella
realtà tecnologica che per il mondo discografico milanese era la normalità…
Ci si meravigliava davanti a tutto: andavamo a pranzare nella mensa della
CGD, insieme ai Pooh, a Loredana Bertè ed altri personaggi del mondo della
musica…per loro era una cosa normale, per noi era una evento eccezionale…
Mi ha ricordato questa cosa, proprio in questi giorni, Dario Vergassola:
anche lui rimaneva a bocca aperta davanti a queste situazioni…
Caterina Caselli, dicevo, aveva creato un'etichetta, la quale era all'interno
di un'altra casa discografica: era la moglie del proprietario di quest'ultima
(e cioè Piero Sugar), però si era voluta ritagliare uno spazio tutto suo
e, secondo me, ci sapeva fare come "talent scout" forse ancor di più che
come cantante…a tutt'oggi è produttrice di grosse stelle del firmamento
musicale: cito fra gli altri Bocelli… All'epoca facevano parte della sua
scuderia, oltre a me e a Franco, artisti come Pepe Maina, Pierangelo Bertoli,
Faust'o, gli Area, Mauro Pagani ed altri che ora non ricordo…questa era
la squadra! L'etichetta si chiamava ASCOLTO ed era un po' invisa ai dirigenti
della casa madre (la CGD) perché aveva più difficoltà a tradurre in moneta
quello che si faceva…d'altronde in CGD vi erano artisti come Marcella,
la Bertè ed altri che avevano un grosso successo commerciale! Io ricordo
che in un'intervista fu chiesto a Caterina se lei sarebbe stata disposta
a tornare a cantare: lei mi gratificò molto dicendo che forse lo avrebbe
fatto se io avessi scritto qualcosa di adatto per lei…
Tornando a Franco potrei raccontarti decine di aneddoti: ricordo che alla
mattina si prendeva il treno da S.Stefano Magra (oppure qui alla stazione
di Vezzano): da lì si prendeva il treno per Milano, a volte facendo numerosi
cambi…una volta arrivati in città, si raccoglievano anche i biglietti
dei bus per poter farceli rifondere come rimborso spese: eravamo davvero
"in bolletta"! Dopodiché io sono cresciuto artisticamente come autore
e la Caselli mi fece collaborare sia con Alice che con Bertoli… Devo dire
però che nulla andava ad intaccare quello che erano i nostri rapporti
personali di stima ed affetto…
In questo periodo avvenne che lui collaborò con Mauro Paoluzzi: costui
era l'arrangiatore di Roberto Vecchioni…un "rockettaro" bravissimo nel
mettere sulle spalle di Vecchioni questo tipo di musica, ma per Fanigliulo
(che era più simile a Petrolini) fu una scelta, secondo me, sbagliatissima!
Quel disco era "Ratatam pum pum" e coincise con una sua scelta unilaterale
di non avvalersi della mia collaborazione…
Dopo questo insuccesso, anche Franco fu coinvolto nella crisi del disco
e cadde un pochino in disgrazia… Tirava avanti facendo delle serate sperando
di poter raccontare cose nuove …io nel frattempo stavo producendo i Dik
Dik e lui, casualmente, aveva come "management" l'ex batterista dei Dik
Dik Sergio Panno: per cui le nostre strade si sono riavvicinate… A questo
proposito devo dire che noi utilizzavamo un registratore a 2 piste che
avevano sia il pittore Sandro Galli (che ti consiglio di andare ad intervistare
perché ha fatto tanta vita assieme a Franco) che Deris Rosi, un chitarrista
stratosferico…può suonare con chi vuole! Deris collabora con me e devo
dire che è un professionista con un gusto ed un cuore musicale senza pari,
credimi! A questo punto, io propongo i Dik Dik alla Numero Uno, l'ex casa
di Battisti che aveva venduto alla RCA: quest'ultima, a differenza di
tutte le altre, aveva la sede a Roma e la "dependance" a Milano (la Numero
Uno appunto). Vi è da dire che, attualmente, la RCA si chiama BMG-Ariola:
quest'ultima ha ripubblicato tutti i Q-Disc esistenti sul mercato fra
cui "Benvenuti nella musica"… Io proposi Franco alla Numero Uno, il cui
direttore artistico si chiamava Aldo Mazzetti, persona molto in gamba…
Franco ebbe un contratto, facemmo questo LP con tutti i crismi e per arrangiarlo
chiamammo Shel Shapiro (con il quale attualmente collaboro): Shel aveva
riportato in auge Riccardo Cocciante con "Cervo a primavera"…forte di
questa sua capacità di rigenerare cantanti, abbiamo chiamato lui a fare
il produttore artistico, mentre io ero il produttore esecutivo… A proposito,
forse Shel verrà alla manifestazione che si terrà qui a SP per ricordare
Franco…non sappiamo la data , perché deve decidere il Comune! Come dicevo,
abbiamo fatto questo Q-Disc dove "Benvenuti nella musica" era la punta
di diamante: questo pezzo mi ha dato parecchie soddisfazioni… Franco è
stato infatti invitato ad eseguirlo a Canale 5, e precisamente nella trasmissione
"Premiatissima" presentata da Johnny Dorelli con Nadia Cassini! Secondo
me è una bella canzone, a tal punto che la BMG-Ariola lo ha ripubblicato
in CD: ricordo che c'era il batterista di Paul Mc Cartney (Chris Witten
ndr) ed abbiamo provato allo Stone Castle di Carimate…avevamo fatto delle
cene e conferenze stampa con critici del calibro di Mario Luzzatto Fegiz,
il quale voleva molto bene sia a me che a Franco!
Dopo questo Q-Disc, successe che perdemmo i contatti con la Numero Uno
e, soprattutto, con Aldo Mazzetti: infatti quest'ultimo si dimise…e questo
fu un peccato perché lui era un esperto del settore, una persona veramente
capace! Franco aveva il contratto limitatamente a quel Q-Disc, e quel
contratto non fu rinnovato…si doveva ricominciare tutto daccapo… A questo
punto, incontra delle altre persone con cui effettua gli ultimi lavori…
…che
vengono prodotti dalla "Bollicine" di Vasco Rossi.
Attenzione! La "Bollicine" lo produceva come etichetta, distribuiva il
prodotto finito…ma non aveva e non dava alcuna direzione artistica a Franco!
Il "Fani" aveva delle idee, un'ottima presenza scenica, un'eccellente
interpretazione…ma doveva essere guidato da mani esperte! A proposito,
mi è venuto in mente un altro aneddoto importantissimo…
Dimmi…
Franco ebbe la possibilità di avere un secondo momento di ribalta sanremese!
Aldo Mazzetti mi disse, infatti, che si poteva fare Sanremo dopo "Benvenuti
nella musica": io avevo una canzone stupefacente per Franco, si chiamava
"Il lupo"… Avevo preso spunto da 3 favole di Fedro…la canzone diceva:
"Il lupo perde il pelo, ma non il vizio…piena di perplessità è la volpe
sotto la vigna, si chiede come sarà quell'uva alta e maligna…".
Mazzetti sapeva che la cosa poteva essere interessante e mi disse che
dovevo andare a Roma: questo il 30 gennaio, ultimo giorno utile per consegnare
il testo… Per partecipare a Sanremo bisognava contattare Zucchero il quale
aveva gli agganci giusti per emergere: ti basti pensare che era l'uomo
di fiducia di Gianni Ravera… Zucchero voleva essere fra gli autori del
testo e questo per il prestigio: Adelmo a quel tempo non era ancora famoso,
mentre io e Franco eravamo considerati personaggi di qualità! Io dovevo
prendere l'aereo a Pisa ed aspettare che lui mi desse il certificato di
cittadinanza italiana, necessario per partecipare a Sanremo…purtroppo
Zucchero, a causa di lungaggini burocratiche trovate ad Avenza, arrivò
in ritardo e persi l'aereo! Ricordo che in quella edizione del Festival
i posti venivano assegnati a seconda dell'importanza della casa discografica…
Tornato a casa venni a sapere che Lucio Dalla (appartenente alla RCA)
pretese l'ultimo posto disponibile, che doveva essere riservato a Fanigliulo,
per gli Stadio. Morale della favola: Franco saltò Sanremo (dove avrebbe
trovato sicuramente un rilancio per quanto riguarda la sua carriera artistica)
e gli Stadio si classificarono buoni ultimi… Qui si concluse, secondo
me, la carriera artistica di Franco Fanigliulo…
Io avevo un'altra canzone che scrissi appositamente per lui: era una canzone
molto simpatica che a lui però non piaceva…faceva cosi: "son Fanigliulo…tanta
poesia e qualche pezza al culo…io sono qua, la mia casa è senza chiavistello,
tutti possono venire…so che parlano e ridono dietro di me perché non mi
comporto come gli altri…vivo bene e canto le canzoni con molta dignità…puoi
chiamarlo anche coglione, Fanigliulo eccolo qua!""…lui mi diceva: "No,
non la canto questa cosa qui, non mi piace!" …quando s'impuntava non c'era
verso, ormai lo sai anche tu!
Eri a
La Spezia quando Franco si sentì male?
No… la notizia della sua morte mi venne comunicata mentre stavo registrando
il mio CD a Milano… io, per omaggiarlo, decisi di inserire dentro il mio
CD "A me mi piace vivere alla grande"… l'inizio della mia versione parte
cosi "Ehi Fani!" e poi comincia la musica… non potevo fare il pezzo come
lui, perché proporlo alla sua maniera non è possibile per nessuno…lui
era inimitabile nella sua gigioneria…era, ripeto, un vero Artista!
Quando mi hanno intervistato per parlare di lui ho detto, testualmente,
che avrei picchiato chiunque avesse ipotizzato un uso da parte sua di
qualsiasi tipo di sostanza stupefacente: era una voce che all'epoca circolava
in giro e che era un'assoluta e totale falsità! Io ho vissuto una vita
insieme a lui e, ripeto, lo conoscevo come pochissimi altri…Franco non
ne aveva proprio bisogno: si era isolato in campagna perché lì era il
suo mondo, aveva paura dell'inquinamento…era di suo "naif", però era assolutamente
naturale e sincero…era un uomo che amava la natura in tutti i suoi aspetti
e non aveva assolutamente bisogno di nessun tipo di alterazione…era uno
che si ubriacava con un bicchiere di vino per intenderci…Franco era fatto
cosi, con i suoi pregi e con i suoi difetti…come tutti del resto!
Come avrai notato, mi manca moltissimo non solo come artista, ma anche
e soprattutto come amico… Ti basti sapere che ho fatto, per conto mio,
le commemorazioni per Franco tutte le volte in cui ciò è stato possibile…ho
ricordato, qualche anno fa, il "Fani" in serate al BIG BUFFALO (locale
di S:Stefano Magra che ora ha cambiato nome ndr): andavo lì con la mia
"band", facevo tutte le mie prove e suonavo dal vivo… In seguito ho aperto
un locale in Val Graveglia (zona nell'immediato entroterra spezzino ndr),
si chiamava "Capitan Uncino": lì hanno suonato la band di Zucchero, Jerry
Calà, Umberto Smaila, Alexia, Vergassola ecc… Come ti dicevo, a mie spese,
ho sempre rifatto questa commemorazione… quest'anno, finalmente, le varie
Amministrazioni si sono svegliate: mi hanno chiamato a Vezzano e sono
andato…dovrò andare anche a quella che si farà qui a Spezia: come ti dicevo
prima, quest'ultima manifestazione viene rinviata sempre…io spero che
si faccia, in caso contrario continuerò a ricordare Franco comunque…come
ho sempre fatto del resto! Io gradirei che si facesse di più, soprattutto
per il "Fani"…il quale ci teneva molto ad essere considerato dal punto
di vista artistico. Aveva delle giuste e motivate ambizioni: forse più
degli altri…se non le hai non ti muovi e non ti elevi dalla massa…un'artista
che ti dice che produce musica (o qualsiasi altra arte) solo per se stesso
o è un bugiardo oppure fa solo esercizio di masturbazione intellettuale!
Per questo ho detto durante la manifestazione di Vezzano che lui sarebbe
stato contento di essere ricordato così: con tutti i suoi amici, con la
Banda, con il monumento, con le Autorità e con voi che avete creato un
sito appositamente per lui! Potrei raccontarti 1000 aneddoti, ma non credo
che andrebbero bene per il vostro sito… Un giorno, mi ricordo, lo incrociai
per caso a Milano: sai qual era il suo bagaglio?
Dimmi…
Nella tasca del cappotto aveva uno spazzolino, mentre nella valigia aveva
un cuscino, nient'altro… Quando sapeva di dormire fuori si portava sempre
il cuscino: era un rapporto simile a quello che ha Linus con la coperta!
Altri
aneddoti?
Una volta, mentre eravamo a Carimate, nella sala di registrazione attigua
De Andrè realizzava uno dei suoi bellissimi LP, era quello in cui vi era
l'indiano in copertina…si è aperta la porta mentre Gigi Cappellotto suonava
il basso… De Andrè è entrato ed ha gridato a Gigi: "Sbaglia ogni tanto,
sbaglia! Cosa siete delle macchine? Sbagliate qualche volta!" Ricordo
anche di una volta che portai sia Fabrizio che Franco nella mia macchina
di allora: una RITMO tutta bianca…sembrava un'ambulanza! Per renderti
conto della situazione, era come per un amante del calcio avere in macchina
Maradona! In quella situazione confessai a Fabrizio che mi aveva "rovinato"
la vita (mi riallaccio al discorso che ti facevo all'inizio) in quanto
la sua bravura mi aveva fatto diventare un suo discepolo scegliendo una
strada di qualità che mi appagava artisticamente ma non finanziariamente!
Fabrizio e Franco erano, ognuno nel proprio genere, 2 grandi artisti…questo
è il mio ricordo di entrambi…
Posso
farti qualche domanda?
Ma certo, sono qui per questo…chiedimi ciò che vuoi!
Prima
hai già detto tutto su "La Giovanna"…e per quanto riguarda la nascita
di una canzone come "Marco e Giuditta" che Fegiz ha definito "struggente
e spaventosa"?
La canzone venne fuori dalla lettura di un romanzo dello scrittore russo
Vassili Suschin dove lui, in un capitolo, racconta di questo vecchio che
sente di notte una serenata e si domanda cosa muove delle persone a fare
serenate e si risponde: "Per amore" e si domanda che cos è l'amore, ma
non si sa rispondere…allora chiede il significato dell'amore alla sua
compagna… Una volta che Franco sentiva proprio un pezzo, ci metteva dentro
la sua anima, il suo cuore, il suo cervello…tutto se stesso, insomma!
Lì cominciava la sua vera arte interpretativa che, a mio modo di vedere,
non aveva eguali!
E per
quanto riguarda gli altri pezzi dell'LP?
Vedi, Franco era un po' megalomane, ma nello stesso tempo conscio dei
suoi limiti…in pezzi come "L'artista" oppure "Buffone": come avrai sicuramente
notato, si ha sia un'esaltazione che una feroce critica del "personaggio
Fanigliulo"! Per quanto riguarda "Il guerriero", la musica era "La Carmagnola":
è tratta dalla Rivoluzione Francese… A questo proposito ti racconto un
aneddoto…
Dimmi…
Le campane che ascolti nel pezzo sono quelle di Tendola (paese della Lunigiana
non distante da Fosdinovo ndr), luogo d'origine di mio padre. A Tendola
è nato anche Toto Cutugno e devo dire che siamo pure parenti, in quanto
figli di cugini!
E' proprio
piccolo il mondo,eh?
Eh si! Sua madre era cugina di mio padre: il padre di Toto, "Cicci", suonava
il liscio nelle varie feste estive… Ora vorrei parlarti di "Non si sa
mai" e di "Il chirurgo"…
Dimmi…
"Non si sa mai" riflette un certo modo di pensare tipico delle persone
di una volta… E' una riflessione sui luoghi comuni e, soprattutto, su
una mentalità "perdente" allora molto diffusa nelle persone di estrazione
popolare… "Guardati indietro, c'è sempre chi è peggio di te": si diceva
questo ai propri figli, li si educava in questo modo credo forse per difenderli
dalle ingiustizie e dalle disparità della vita…è una visione ereditata
dalla cultura cattolica… Per quanto riguarda invece "Il chirurgo" la musica
appartiene sia a me che a Deris Rosi.
Cosa mi
sai dire sui suoi ultimi lavori?
Devo essere sincero: mentre, come ti ho detto prima, nel primo LP c'erano
parecchi spunti interessanti, negli ultimi pezzi di Franco…beh…vuoi la
verità?
Certo!
Io auguravo a Franco di sfondare nel mondo della musica, perché onestamente
lo avrebbe ampiamente meritato! Però l'ultimo LP non poteva avere successo
essenzialmente per 2 motivi…
…e quali?
Innanzitutto, e qui c'entra solo la sorte, è un LP palesemente incompleto…in
secondo luogo è un LP che, secondo me, non c'entra nulla con il personaggio
Fanigliulo, con l'artista Fanigliulo…
Sono affermazioni
forti…
Sì, lo riconosco…ma è ciò che penso! Se fosse stato un LP con qualcosa
da dire avrebbe avuto la forza di vendere, anche solo per rendere omaggio
ad un'artista appena scomparso: invece lo comprò pochissima gente ed ebbe
pure una produzione ed una distribuzione, a mio avviso, non adeguata…
Uno dei pochi che si salvò fu Massimo Marcolini: non a caso ha firmato
un grande successo come "Dimmi come" di Alexia! Tra l'altro devi sapere
che Franco mi faceva ascoltare queste canzoni perché io e lui non parlavamo
solo di musica, infatti mi confidavo volentieri perché eravamo amici e
ci volevamo bene… Già allora gli espressi le mie perplessità sia sui pezzi
che sulla sua impostazione vocale: Franco doveva semplicemente restare
com'era e come è sempre stato artisticamente, io la penso così e l'ho
sempre pensata cosi! Ci trovavamo "agli Ulivi" sopra Sarzana, insieme
ai suoi amici di Tellaro…Franco aveva sempre bisogno di gente attorno
a lui, mentre altre volte si isolava: era fatto così, bisognava accettarlo
cosi…lui ERA cosi, prendere o lasciare! Per lui anche solo una persona
che lo ascoltasse, era il suo pubblico…questo perché era un grande, grandissimo
uomo di palcoscenico!
Ti va
di parlare di "A me mi piace vivere alla grande"?
Certo! Questo pezzo nasce per me come un figlio degenere (e poi ti spiegherò
il perché)…
Andò così: Caterina Caselli s'inventò un modo per promuovere il "personaggio
Fanigliulo" e lo propose a Gianni Ravera: Sanremo, a quell'epoca, non
era molto seguito e non era "visto" da molti artisti come una vetrina
appetibile, quindi non fu difficile per Caterina inserire Franco nella
lista. Io ero un uomo "contro" e non volevo partecipare: devo però onestamente
riconoscere (col senno di poi) che la scelta di Caterina fu giusta! Franco,
quindi, partecipò a Sanremo 79 insieme a me ed a Deris Rosi che salimmo
sul palco con le nostre chitarre acustiche: a dirigere l'orchestra c'era
il maestro Mazza (grandissimo professionista e persona squisita). Fra
l'altro ricordo che fu l'ultimo anno con l'orchestra…infatti negli anni
80 si andava in playback: poi per fortuna quest'ultima cosa fu abolita
più avanti…
Tornando al pezzo, fu un successo enorme: Franco fu il vero evento di
quel Festival…entro' in tutte le classifiche di vendita e la canzone ebbe
successo anche oltre confine! Fu grazie a questo grande successo di critica
e di pubblico che si decise il mio destino: abbandonai gli studi e mi
dedicai a quest'attività nel mondo della musica… Questa canzone mi venne
commissionata dicendo di eseguire una marcetta popolare…io la scrissi
di malavoglia: presi una musica già esistente e ne cambiai gli accenti…
Era una musica, un giro di chitarra che usavo spesso in quel periodo:
do minore, fa minore, si bemolle, la bemolle, sol…su questa musica lavorammo
a casa di Daniele Pace.
Per quanto riguarda il testo, Pace interveniva con delle cose giuste al
momento giusto, mentre Avogadro era il suo "vice": erano parolieri di
successo, ma scrivevano pezzi che non appartenevano a me e Franco, che
erano distanti 1000 miglia dal nostro modo di essere! Io poi, per scrivere,
ho bisogno di isolarmi, mentre quel pezzo fu ideato in un contesto di
"brain storming" (fu scritta insieme agli altri ndr) che non apparteneva
ne a me, ne a Franco… Quindi devo essere sincero, non è che amassi molto
"A me mi piace vivere alla grande", la quale invece ebbe un notevole successo
che poteva trainare anche "Io e me" verso un'affermazione che avrebbe
sicuramente meritato…
E per
quanto riguarda il giro di valzer finale, di chi fu l'idea?
Fu di Gian Piero Reverberi, l'arrangiatore di De Andrè, che era un esperto
di archi… Rondò Veneziano, per farti un esempio, è opera sua…
Mi sono
dimenticato di chiederti una cosa importante: come vi siete conosciuti
tu e Franco?
Ci conosciamo fin da ragazzi: lui abitava in via Oldoini, mentre io abitavo
in Corso Cavour… Il primo contatto che avemmo fu burrascoso perché lui
fece a botte con la mia banda: fu una cosa da ragazzi, perché Franco era
un buono! Dopodiché suono' la chitarra nei LORD 77, ma lo mandarono via
perché non era all'altezza: fece solo dei provini! Dopo chiamarono me
a sostituirlo…di quei tempi mi ricordo una cosa…
E cioè?
Noi provavamo in un fondo che era di fronte a "Caran" (nota trattoria
spezzina ndr): volevo sottolineare il livello altissimo di tolleranza
esistente all'epoca… A volte i poveri vicini venivano, con gentilezza,
a dirci che non potevano stare a casa perché tremavano le suppellettili…se
ora facessimo quel baccano ci ritroveremmo dopo mezz'ora con 100 denunce…erano
proprio altri tempi! Franco veniva con noi e ci accompagnava nelle nostre
"tournèe": a questo proposito ti racconto un aneddoto…
Vai!
Eravamo andati a suonare a Montaretto, sopra Bonassola: lui ci accompagnò,
ma dopo poco sparì… Riapparve alla fine del concerto, poco prima che il
nostro tastierista di Levanto ci accompagnasse alla stazione con il suo
camioncino: durante il tragitto tirò fuori dal cappotto un' enorme coniglia
incinta! Io avevo sui 17 anni e quindi lui ne aveva circa 22: già allora
allevava conigli! "Ma l'hai rubata?" gli chiedemmo…lui rispose: "No, le
faccio solo cambiare residenza!" Puoi immaginare prima il nostro stupore
e poi le nostre risate…
Franco era unico, straordinariamente unico! Dopodiché sai cosa succede…io
mi iscrivo alle serali e lui pure! Insieme abbiamo frequentato l'Istituto
Nautico: si andava a studiare insieme in via Oldoini, a casa sua…io, fra
l'altro, ero presente quando lui fece la permuta della parte di eredità
che gli spettava, per acquistare la casa al Molinello dove tuttora vive
Sandra…lui amava la natura e quindi stare fra i suoi ulivi, i suoi animali
e la sua natura incontaminata… Che dirti ancora…lui frequentava il bar
Caracas in via Chiodo e, spesso, appariva in inverno con la Lambretta,
il cappotto (tipo mormone) ed i sandali! Ricordo l'epitaffio che gli dedicò
Fegiz chiamandolo "l'outsider della musica italiana"…
Ultimamente
lo ha chiamato "il milite ignoto della musica d'autore italiana"…
Sì, è vero: ma non è un suo termine, bensì ciò che l'opinione pubblica
ha decretato per Franco… E' incredibile come tutte le cose che sono state
fatte abbiano avuto una riscoperta solo in questi ultimi tempi… Sia chiaro,
per me questa è una gioia, ma è incomprensibile… E comunque secondo me
era più un outsider Rino Gaetano rispetto a Fanigliulo…
Tu dici?
Si… Franco aveva una bellissima voce…Rino Gaetano no! Franco era più un
personaggio…Rino Gaetano aveva bisogno di qualche piccola sovrastruttura!
Però Rino Gaetano ha avuto un seguito più grande soprattutto dopo la sua
morte… La verità è che sia io che Franco dopo "Io e me" dovevamo fare
un bagno di umiltà e continuare con la collaborazione: forse le cose sarebbero
andate diversamente per entrambi…
Per concludere…
Per concludere ti dico questo: Franco era un'artista in tutto e per tutto!
Certe volte era un po' invadente, ma era uno a cui non potevi dire di
no: si faceva voler bene da tutti…ricordo che spesso mi veniva a suonare
all'ora di cena e mi diceva: "Cosa fai? Posso venire a mangiare con te?
Se no, vado a mangiare da sooolo un paniiiino"… Sia chiaro: non lo faceva
per scroccare la cena, ma solo per stare un poco in compagnia…amava mangiare
in compagnia, povero Franco… Ora è tardi…devo andare… E' stato un piacere,
Carlo, davvero…ciao!
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